Parte un nuovo ambizioso progetto che si sviluppa in Val d’Angrogna
Torre Pellice, aprile 2021 – ‘Foyer: una comunità per la comunità’ è il progetto avviato grazie ai fondi FEASR (Fondo Europeo Agricolo Per Lo Sviluppo Rurale) e del GAL Escartons e Valli Valdesi (PSL 2014-2020 “E.V.V.A.I. Escartons e Valli Valdesi Azioni Intelligenti, Turismi, altruismi, alte reti sostenibili”) che vede quale capofila il Servizio Adulti e Territorio (SAT) della Diaconia Valdese Valli. Diversi i partner coinvolti: il C.I.S.S.- Consorzio Intercomunale Servizi Sociali Pinerolo; l’ASL TO3 (SerD e Distretto Pinerolese) e alcune aziende agricole del territorio (Cascina Serabial di Bricco Cinzia, Azienda Agricola Bonansea Luca e l’Azienda Agricola Piccoli Frutti di Margiacchi Stefano). Fondamentale il supporto della Federazione Provinciale Coldiretti Torino, Comune di Angrogna, Chiesa Valdese di Angrogna, Centro Culturale Valdese e Scuola Primaria e dell’Infanzia di Angrogna (TO).
Il progetto, che ha la durata di 18 mesi (dicembre 2020 – giugno 2022), ha risposto al bando pubblico 16.9.1 ‘progetti di agricoltura sociale’ pubblicato dal GAL Escartons e Valli Valdesi in cui è emersa l’esigenza di potenziare l’accessibilità ai servizi, quali i servizi sanitari e sociali, migliorando così la qualità di vita dei residenti, in un’ottica di promozione sociale e di sviluppo di comunità aperte e solidali.
L’obiettivo generale è di sostenere le aziende agricole del territorio nella sperimentazione di innovativi metodi di agricoltura sociale, tramite il rafforzamento della rete tra soggetti agricoli e sociale privato e pubblico, con conseguente ricaduta economica e sociale per aziende e territorio.
Si tratta di un progetto complesso che vede il ‘Foyer’ – Comunità di Reinserimento sita ad Angrogna (TO) Località Serre, 7 – diventare centro nevralgico per rispondere ai nuovi bisogni emergenti del territorio. Qui, l’ASL TO3 Distretto del Pinerolese e Dipartimento delle Dipendenze, il CISS e il Servizio Adulti e Territorio della Diaconia Valdese hanno infatti condiviso un progetto sperimentale con l’intento di trasformare tale struttura in ‘Comunità sperimentale di risocializzazione /reinserimento’. In questo contesto, il progetto finanziato dal GAL Escartons e Valli Valdesi si sviluppa e fa incontrare diversi ambiti: agricoltura sociale, supporto a persone fragili, turismo sostenibile, mobilità e promozione.
L’agricoltura sociale è il tema cardine del progetto per il quale le aziende agricole sono chiamate a sviluppare un aspetto multifunzionale: oltre a produrre beni alimentari, sono tenuti a fornire servizi secondari utili alla collettività. I titolari delle aziende agricole sono invitati ad attivare degli inserimenti lavorativi per persone svantaggiate ma anche a partecipare alle iniziative dedicate alla sensibilizzazione rispetto alla produzione e al consumo del cibo civile.
Coldiretti Torino, che da anni accompagna le aziende agricole ad adottare pratiche di agricoltura sociale, valuta per queste imprese un miglioramento della reputazione ma anche la diversificazione e crescita della clientela, con una conseguente ricaduta economica positiva.
Il supporto alle persone fragili è un altro importante ambito di intervento che opera in due direzioni diverse. La prima, grazie alle azioni legate all’agricoltura sociale, consiste nell’inserimento lavorativo di persone svantaggiate e in percorsi di capacitazione sociale e riqualificazione professionale, in cui il CISS interviene per aiutare a superare gli stati di disagio sociale derivanti da forme di dipendenza e per raggiungere il consolidamento dell’autonomia residua dei beneficiari. ‘Il CISS – afferma Monique Jourdan, Direttrice del Consorzio Intercomunale Servizi Sociali di Pinerolo – si occupa di persone che per brevi o lunghi momenti della loro vita vivono in situazione di fragilità e spesso con un alto rischio di emarginazione. Obiettivo principale è offrire alle persone la possibilità di riprendere in mano la propria vita ritrovando e riscoprendo le proprie potenzialità. C’è forse solo una vera strada che porta verso questa direzione: dignità, che passa attraverso opportunità di vero lavoro, di vere relazioni; non si può “fare finta”, non si può “imitare”, è necessario stare dentro il mondo reale delle opportunità’. ‘Servizi e cittadinanza – prosegue la Jourdan – devono imparare a dialogare, a capirsi, a parlare un linguaggio comune per una comunità inclusiva; questo collegamento virtuoso è iniziato in una serata piovosa dentro il tempio del Serre, tutti attorno al calore di due stufe a legna, per raccontare, per fare domande, per esprimere dubbi, per costruire un percorso, insieme. Aziende che coltivano la terra che sanno di poter dare e ricevere, un territorio al confine con la montagna e con una storia di solidarietà che diventano occasione per tentare questo viaggio’.
‘In mezzo alle case di Angrogna – conclude la direttrice del CISS –, la casa del Foyer vuole diventare crocevia di incontri, attività, possibilità: grazie alla sua posizione e alla sua concezione, consente di coltivare orti, sperimentare sentieri, misurarsi con la gratificazione e la responsabilità di un lavoro,
di occupare un posto dove si è riconosciuti e per questo si hanno anche dei doveri. Una rete di connessioni per un progetto destinato a rigenerarsi in una logica che non separa l’umanità ma la unisce’.
La seconda direzione si apre al territorio, andando a potenziare alcuni servizi rivolti alle fasce deboli del Comune di Angrogna, come ad esempio la possibilità di effettuare bagni assistiti presso la struttura o usufruire di cure infermieristiche grazie al supporto dell’ASL. ‘La partecipazione dell’AslTo3 a questo progetto – commenta Franca Dall’Occo, Direttrice generale dell’Azienda Sanitaria – rappresenta una bella scommessa, un esempio di apertura al territorio e condivisione di intenti, cui aderiamo con convinzione.
Il nostro ruolo è quello di accompagnare al rientro a casa, attraverso l’inserimento provvisorio presso il Foyer, le persone che per un periodo sono state in carico ai servizi per le dipendenze o alla salute mentale. I progetti che fino ad ora abbiamo attivato, stanno dando risultati positivi e ciò ci sostiene nella scelta di adesione al progetto, dove il valore aggiunto è l’incontro con la comunità locale. Il Foyer offre la possibilità di entrare in contatto con una realtà vivace e propositiva, ricca di prospettive e potenzialità, che vanno dalla promozione del territorio al sostegno dell’agricoltura sociale, con ricadute anche sul piano della salute e della prevenzione, un volano positivo del quale la nostra Azienda deve far parte’.
Altro ambito di intervento a cura del progetto è il turismo sostenibile. Negli ultimi anni si sta osservando una trasformazione della domanda turistica. Sempre più spesso i turisti cercano esperienze a contatto con la natura, con il paesaggio e nel rispetto dell’ambiente e della popolazione locale. In questa cornice, il Foyer si va a posizionare come erogatore di servizi a favore del turismo sostenibile (affitto di biciclette elettriche, accompagnamento di gruppi in luoghi storicamente rilevanti, etc.). Il Centro Culturale Valdese, come partner associato, mette a disposizione le sue competenze relative alla storia dei Valdesi, alla conoscenza del territorio e all’accoglienza turistica.
‘Il Foyer – prende la parola Mario Malan, Sindaco di Angrogna – è un sogno nato 40 anni orsono, da persone lungimiranti, per e con la comunità di Angrogna. Negli anni ha mutato la sua veste ma auspichiamo e crediamo che questo progetto possa dare nuova linfa e riportare il Foyer ad essere un pezzo della vita del nostro territorio’.
Infine, tutti gli enti partner si vedono impegnati in attività di sensibilizzazione, organizzando eventi e iniziative sul tema del consumo critico, del cibo civile e della sostenibilità, economica e sociale. La promozione di queste tematiche permette di responsabilizzare non solo i beneficiari diretti del Foyer ma anche i cittadini del Comune di Angrogna, dai più grandi ai più piccoli. Il progetto vede, infatti, coinvolta anche la scuola dell’infanzia e primaria del paese che partecipa al laboratorio relativo al ciclo di produzione degli alimenti dalla semina alla trasformazione e accompagna gli alunni e le alunne presso i vari luoghi dove si svolgono le fasi previste.
‘ll Foyer – prende la parola Paola Paschetto, Responsabile del Servizio Adulti e Territorio (SAT) della Diaconia Valdese Valli –, si porta dietro una storia, oltre che tante storie (quelle delle persone che lo hanno vissuto), ma anche una storia di struttura, creata per dare rifugio alle persone dell’alta Val d’Angrogna nel periodo invernale e, quindi, fin dalla sua “nascita” è stata una storia di comunità. Una struttura pensata per e con i cittadini della Valle, che si è modificata nel tempo in base ai bisogni. Rimane però l’interesse di non snaturare l’idea principe del Foyer che è proprio quella di tenerla vicino al territorio e ad una comunità’.
‘Ecco perché abbiamo pensato ad un progetto di “Welfare di comunità” al Foyer – prosegue la Paschetto. Per welfare di comunità si intende un modello partecipato e creativo di sviluppo locale sostenibile, dove le persone condividono le proprie idee, le esperienze e le competenze, implementando politiche sociali innovative all’interno della comunità di riferimento’. ‘Il progetto –chiude la responsabile del SAT –, ha visto una comunità che ha collaborato per la stesura e ora collabora per la realizzazione di esso, per creare le condizioni di un miglioramento della qualità della vita dei cittadini e dei lavoratori, e per continuare a scrivere la storia del Foyer come luogo di inclusione e di comunità’.
Il progetto è partito a inizio 2021 con riunioni di coordinamento e approfondimento delle azioni programmate per ripensarle, laddove necessario, nel nuovo contesto pandemico che non era stato considerato in fase di stesura. L’intenzione è di realizzare le azioni previste il più possibile aderenti al progetto presentato, coinvolgendo il più possibile il territorio ma sempre in sicurezza. Questa sfida non smorzerà l’entusiasmo dei partner coinvolti nel progetto, ansiosi di cominciare le attività.
È auspicabile che alla fine del progetto si veda realizzato quanto pianificato: un territorio in cui i beneficiari del Foyer e i residenti siano uniti grazie allo scambio di saperi legati alla cultura e all’agricoltura tradizionale montana; in cui sia forte il sentimento di integrazione con soggetti svantaggiati; un territorio in cui i beneficiari, la comunità locale, le aziende agricole e gli attori del pubblico sociale sono considerati come parte attiva di un processo che, come risultato finale, avrà lo sviluppo di inclusione sociale mirata attraverso un percorso partecipativo che integra le varie realtà in unica grande comunità. Per maggiori informazioni, consultare il sito www.xsone.org|dvv.diaconiavaldese.org o le Pagine FB – XSONE | Servizio Adulti e Territorio oppure telefonare al 360 1026571.